Dữ liệu người dùng, đánh giá và đề xuất cho sách
Sách được viết bởi Bởi: Băng Sơn
I did not love this book. It was all I could do to finish it. I can't quite put my finger on what I disliked about it but I do know that I struggled with it.
Sách được viết bởi Bởi:
This is everything one could want from a b&w zombie western graphic novel. I haven't heard a thing about it being adapted, but it damn well should be. Spears and G give a lean, mean story that takes no prisoners and leaves no zombie... uh... un-shot in the head. Highly recommened for those looking for a great story for maybe 30 minutes of their time.
enjoyed though I don't usually enjoy sci fi type books
No one can write characters like Dickens! Pip, Miss Havisham, and Estella all leap true to life from the page to become your best friends for a time. A delightful read.
Sách được viết bởi Bởi: Sasaki Masami
This was the second book that I "won" from a Goodreads giveaway. I have to say that I didn't really care for it. The plot line just seems so...simple. The story seems like perhaps it should be complicated, but it's not. I'm not sure if that's a result of the writing or simply the premise. The idea is that a new drama teacher comes to this school and decides to put on a play called Lysistrata, the plot of which involves the women of Greece to go on a sex strike and deny their lovers sex in order to stop war. Already you're thinking, hmm...right? A side effect is that supposedly anywhere the play is put on, the women of that town turn away from their lovers. A cold-winded spell blows over all of them. Riiight... It of course eventually resolves, but it takes sooo long to get there. I think my main issue with the whole thing is that this would have been better as a short story. The characters really aren't interesting enough to deserve a whole book. I finished it, but only because it was really easy to read and I got through it very quickly. It's left me feeling kind of eh, though.
Sách được viết bởi Bởi: Đức Phúc
Ci sono tre cose che tutti gli uomini saggi temono: il mare in tempesta, una notte senza luna, e l'ira di un uomo gentile E c'è una cosa che non cambia mai, il mio trovarmi spiazzata al momento di iniziare un commento. Specialmente se è il commento a un romanzo di quasi 1200 pagine che, a sua volta, è solo una parte di una saga ben più lunga. Dove iniziare? Come valutare? Dove porre i pesi sulla nostra bilancia? Partiamo dall'inizio, per chi non conoscesse di cosa si sta parlando. La paura del saggio (dal titolo originale ben più musicale, The Wise Man's Fear) è il secondo volume della trilogia delle Cronache dell'assassino del re (nuovamente l'originale suona decisamente meglio, The Kingskiller Chronicle). Nel primo volume, Il nome del vento, avevamo conosciuto Kote - locandiere di una sperduta cittadina - che aveva ceduto alle insistenze di Cronista e aveva accettato di narrare la sua storia. Non quella di Kote, anonimo locandiere, ma quella di Kvothe, eroe leggendario o assassino senza scrupoli a seconda di chi racconta la storia. Creduto morto da alcuni, mai esistito da altri, e sulla cui testa pende una taglia del tutto reale. Il nostro locandiere-eroe-bandito aveva sì accettato di narrare la sua storia, ma alle proprie condizioni: Cronista sarebbe rimasto ad ascoltarlo per tre giorni, non uno di più. non uno di meno, e ogni volume della trilogia corrisponde a una giornata di narrazione. Se nel Nome del Vento avevamo assistito all'infanzia e all'adolescenza di Kvothe, alla sua vita pre-epica, ai passi che hanno condotto alla creazione dell'eroe, La paura del saggio ci accompagna nel passaggio tra l'adolescenza e l'età adulta, tra il Kvothe studente e il Kvothe protagonista delle leggende e delle storie di poeti e menestrelli. Il secondo volume riparte esattamente da dove il primo aveva chiuso, e questo pone un piccolo inghippo. Rothfuss ci ha messo 4 anni per finire The Wise Man's Fear; io avevo letto Il Nome del Vento nel 2008: 3 anni fa. La mia memoria non è ancora a livelli disastrosi, ma poco ci manca, e se mi ricordavo abbastanza bene la trama generale, tante piccole cose erano ormai svanite negli anfratti più reconditi del mio cervello. Un rientrare nella storia più graduale, con qualche richiamo in più agli eventi precedenti sarebbe stato d'aiuto. D'altra parte, mi rendo conto che un bel riassunto alla "dove eravamo rimasti" risulterebbe estremamente fastidioso per chi stesse leggendo i romanzi uno in fila all'altro, e sarebbe ben poco amalgamabile in un racconto che è continuo e narrato nell'arco di un tempo così breve. Detto questo, mi sa che una rilettura del primo volume è da mettere in conto a breve. La Paura del Saggio si può dividere grossolanamente in due parti: la prima che vede Kvothe ancora all'Accademia, ancora studente e ancora bambino nel percorso della sua vita; la seconda che vede Kvothe inoltrarsi nel mondo, lasciare l'abbraccio ruvido ma rassicurante dell'Arcanum per entrare in una fase della vita in cui ha solo se stesso su cui far di conto. Cambia così, insieme alla vita del protagonista, anche la nostra esperienza. Insieme a lui impariamo a conoscere meglio il suo mondo, impariamo le sottigliezze della corte, la verità dietro le leggende, gli usi e i costumi di popoli barbari che poi così barbari non sono. E arrivati alla fine del percorso, ritroveremo un Kvothe che è profondamente e irremediabilmente diverso da quello che aveva rivisto all'inizio. La Paura del Saggio è, a mio modestissimo parere, un gran bel libro. Non perfetto e che lascia una senso di smarrimento nel suo cercare di racchiundere una storia epica nell'arco di un racconto così breve, ma con tantissimi pregi a bilanciare gli aspetti meno convincente (sinceramente non mi sento nemmeno di definirli "negativi"). Tra i punti di forza, Rothfuss ci mostra ancora la sua incredibile capacità di narrazione. Parole che scivolano via come miele, che danzano e che giocano e che solo in parte sono offuscate da una traduzione non sempre all'altezza (per carità, sempre eoni meglio delle orride traduzioni di Jordan della Ciocci, ma alcune cose fanno comunque storcere il naso. Al di là di qualche refuso di troppo - cosa di cui comunque non faccio colpa al traduttore in sé, ma dove diavolo sono finiti i famosi correttori di bozze? - alcune scelte mi hanno lasciata perplessa: un'imprecazione qui - perché mai usare "Cristo!" in un mondo dove, fino a prova contraria, la figura di Cristo non è minimamente complecata? - una confusione temporale là - se si parla in continuazione di "cicli", perché introdurre a caso le "settimane"?), caratterizzazioni che sono spesso top-notch e un world building che se non è ancora ai livelli di un Erikson o di un Jordan (parentesi, ma quanto mi hanno ricordato gli Aiel i suoi Adem?) si fa sempre più sicuro e imponente. Tra gli aspetti che mi hanno convinta meno, la maggior lentezza della seconda parte del volume, alcune ripetizioni di troppo (l'abbiamo capito tutti che sei stup, ehm, orgoglioso Kvothe. E che sei un Edema Ruh. Basta ripeterlo ogni due secondi!) e l'idea che ancora ben non si capisca dove si voglia andare a parare. Il che a ben pensarci non è esattamente un difetto, Kvothe sta narrando la sua vita, e non sono in molti che sanno dove andrà a parare la propria esistenza mentre la stanno ancora vivendo. Non ho idea di come Rothfuss riuscirà a concludere il tutto con solo un volume a disposizione. Da qualche parte ho letto che in realtà il progetto è di chiudere in un volume la narrazione della vita di Kvothe fino al momento del suo incontro con Cronista e di sviluppare in una trilogia successiva le questioni che sono rimaste ancora aperte (e dati gli avvenimenti raccontati nella Paura del Saggio, le questioni aperte sono parecchie), il ché avrebbe senso. Temo altrimenti che il senso vagamente claustrofobico della seconda parte di questo volume - troppi avvenimenti, in troppo poco tempo e con un ritmo vagamente troppo lento (par quanto questo possa apparire un controsenso) - non potrebbe far altro che peggiorare. Detto questo, non vedo l'ora che Rothfuss finisca anche il terzo volume di questa trilogia. Sperando che non ci metta altri 4 anni. PS: Bast rimane il mio demone preferito :P
Sách được viết bởi Bởi: Pittacus Lore
Second book in the Montford Heirs series. This one is the story of Marianne, who was brought to the orphanage at the age of 5, rather than alerting her grandmother that she was alive. Grandmother finds out 20 years later that she is alive and begins a search for her. Meanwhile the Cousin who is now the Earl of Exmoor and also the one who sent her to the orphanage, is also looking for her. He however, wants her killed so that it will not come out that he was behind the deceptions. Lots of great romance and steamy goings on with yummy Lord Lambeth who has Marianne pegged as a thief. Great plot, great action and actually had me tear up at the end. I can't wait to read the final book about the son, John (who I believe is the highwayman Jack from both books!)
Sách được viết bởi Bởi: Nguyễn Văn Khoan
One of my all time favorite girl fantasy series. Grades 4+
Sách được viết bởi Bởi: Alethea Kontis
Read this a good couple of years ago, but remember really liking it-- a book not a lot of people have heard of/one for which there seem to be a lot of contrasting opinions, but one I couldn't put down.
read to son recently - really good. I never read this as a child and wish I had.
Người dùng coi những cuốn sách này là thú vị nhất trong năm 2017-2018, ban biên tập của cổng thông tin "Thư viện Sách hướng dẫn" khuyến cáo rằng tất cả các độc giả sẽ làm quen với văn học này.